venerdì 27 settembre 2013

Io e Tumblr, approcci buffi!!





Oggi ho scoperto una cosa (per cui sarò grata stasera su Twitter attraverso #grazieper) e questa cosa è Tumblr.
Certo suona come la scoperta dell'acqua calda ma ammetto di aver latitato nell'ignorantità fino ad oggi.
E oggi mi è spuntato il terzo occhio.

Questo perchè Tumblr raccoglie in se' tutti i social possibili e immaginabili:
potete scrivere papponi come su ogni blog che si rispetti (Blogger);
potete scrivere citazioni e comunque fare microblogging (Facebook/Twitter);
potete inserire immagini (Instagram);
potete inserire video o canzoni (Youtube).

Il mio entusiasmo deriva dal fatto che sul Nokia Lumia, attualmente, non è presente Instagram e quindi non posso postare i millemila piatti che vorrei.
Invece Tumblr ha questa app meravigliosa che mi permette di essere connessa con il mondo anche attraverso le immagini RIGOROSAMENTE FOOD PER L'80% che mi prenderà la briga di mettere.

Quindi la mia fonte primaria di informazione sarà di certo il blog, ma per adesso fatemi godere l'entusiasmo di vivere questo nuovo social come la scoperta del secolo.
Magari sarà l'occasione anche per voi di scoprire qualcosa di nuovo e provare ad aprire un "social blog" che vi racconti attraverso le cose che amate.

Ho aggiunto nel reparto SOCIAL NETWORKS anche il button di Tumblr, fateci un salto e vediamo se ve ne innamorate come ho fatto io!



mercoledì 25 settembre 2013

Pasta alla Gricia

Pasta alla Gricia
E' il salvapranzo per antonomasia. Un piatto veloce e gustoso, da preparare anche quando il frigo piange. Mi ha incuriosito una citazione, quest'estate, mentre leggevo "Un altro viaggio nelle Marche" di Paolo Merlini e Maurizio Silvestri. Il passaggio faceva cosi:

" Poche centinaia di metri più avanti siamo già in territorio laziale; Amatrice evoca sontuosi piatti di bucatini all'amatriciana, anche se quelli originali e più popolari sarebbero alla gricia; la variante arcaica e pastorale senza pomodoro prenderebbe il suo nome della vicina frazione di Grisciano "

Insomma io questa pasta non la conoscevo e questo pezzetto mi ha incuriosito un sacco. Tornata a casa quindi certo la ricetta e la sua bella storiellina (sapete che ho la fissa per la nascita delle ricette) e scopro che è l'antenata della pasta all'amatriciana quando il pomodoro, in Italia, non era ancora pervenuto. Quindi ecco la ricetta. Scordatevi di usare la pancetta in sostituzione al guanciale!! L'originale prevedeva l'uso dello strutto ma anche un filo d'olio non è una variante da sottovalutare.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

320 gr di pasta (spaghetti, rigatoni o pasta corta)
250 gr di guanciale
100 gr di pecorino romano grattugiato 
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva 
pepe 

 Metti a bollire l'acqua per la pasta con un pochino di sale (non tantissimo perchè il formaggio della salsa darà già un buon sapore). Butta la pasta e cuocila per il tempo indicato sulla confezione. 
Nel frattempo, in una padella antiaderente, scalda un cucchiaio di olio e fai rosolare il guangiale senza bruciarlo (deve diventare quasi trasparente ma non marrone). Grattugia il pecorino.
Scola la pasta ma tieni mezzo bicchiere di acqua di cottura che ti aiuterà a mantecare la salsa.
Versa la pasta nella padella con il guanciale, mescola e aggiungi il formaggio grattugiato e l'acqua di cottura. Fai addensare e macina il pepe appena prima di servire.


lunedì 23 settembre 2013

Post (nel senso di dopo) BlogFest: Venerdì 20 settembre

Avevo scritto un bellissimo articolo la sera di venerdì, dopo la prima giornata al Blogfest
Ero nella mia stanzetta d'hotel, verso le 23, piena di idee e ricordi da sistemare (ovviamente in un post), avevo modificato il tablet per renderlo un netbook, avevo scaricato l'app di Blogger, avevo scritto per 45 minuti e nel momento in cui pigio il tasto "pubblica"...non mi risulta niente... Immaginate le associazioni mentali tra animali e parole poco femminili...
Allora ho preso la mia bella Moleskine rosa (perchè alla fine il vero scrittore ha un unico amore che non lo tradirà mai alla faccia della tecnologia) e di pugno ho riscritto tutto. Quindi ecco il racconto del primo giorno di Blogfest.

La mia stanza vista mare al Golden Tulip


 " La giornata di oggi è la conferma che io sia una bestiolina poco social.
Perchè qui tutti parlano, si conoscono, si confrontano e confidano come fossero amici da anni e come se, quello del foodblogger, sia il lavoro che li unisce tutti sotto una grande azienda.
Ma io, foodblogger, ancora non mi sento quindi guardo curiosa questo mondo che, forse, un giorno mi apparterrà (e quel giorno la tecnologia dovrà essere dalla mia parte!)

Ad ogni modo ecco cosa ho imparato oggi durante il FoodCamp:

La carta del FoodBlogger:

un decalogo di norme e principi regolamentari che 20 foodblogger si sono impegnati a sottoscrivere e rispettare per un mondo più sostenibile ed ecologico. Lo speech era condotto da Luca Sessa e Laura Casaldi di Food140 e questi sono i 10 punti sottolineati:

1. Promuovere la cultura della sostenibilità in rete;
Questo è un principio di portata generale. Un modus operandi che vincolerà il blogger per tutta la durata della sua attività sul web.

2. Impegnarsi a pubblicare periodicamente un post sulle buone pratiche ambientali in relazione alla produzione di prodotti alimentari;
I post e il “blogging” sono gli strumenti attraverso cui i foodblogger realizzano la propria attività in rete. Informare i propri lettori sulle buone pratiche ambientali rappresenta lo strumento di divulgazione più importante.

3. Diffondere la cultura della tutela e della valorizzazione del territorio agricolo;
Compito di un foodblogger, è sia raccontare il cibo e i prodotti alimentari nelle loro varie specificità, sia battersi per la tutela del territorio che produce le varie eccellenze.

4. Impegnarsi nella divulgazione della cultura degli orti/giardini urbani;
Raccontare le buone pratiche di questo genere, aiuta i lettori sia a rispettare maggiormente l’ambiente che a riappropriarsi dei concetti base che appartengono al mondo agricolo.

5. Approfondire la conoscenza degli hosting a impatto zero;
È di fondamentale importanza conoscere i propri strumenti di lavoro. Preoccuparsi di utilizzare energia pulita per le infrastrutture telematiche rappresenta uno dei passi più importanti per una rete internet a impatto zero.


6. Impegnarsi a pubblicare periodicamente dei post sulla cultura del cibo e del riciclo;
Questo punto nasce dalla considerazione che molto del cibo prodotto e acquistato viene gettato. Riscoprire gli antichi modi di cucinare (come la cucina del riciclo) o illustrare le buone pratiche ambientali per il riciclo degli avanzi è sicuramente un’ottima pratica sostenibile. Trattandosi di vere e proprie ricette, e quindi, dell’attività principale di ogni blogger, invitiamo in concreto ciascuno a pubblicare a riguardo almeno un post ogni due mesi.

7. Impegnarsi a pubblicare periodicamente post sulla descrizione delle pratiche della filiera corta;
Il minor trasporto di cibo equivale a minor utilizzo dei carburanti fossili e a una quantità minore di gas inquinanti dispersi nell’ambiente.

8. Contribuire alla conoscenza del mondo OGM;
Quello che con questa carta ci impegniamo a fare è contribuire a una maggiore conoscenza del mondo degli organismi geneticamente mutati. Qualsiasi contributo è ben accetto è rappresenta un accrescimento della conoscenza di un mondo estremamente complesso.

9. Tutela dell’ambiente attraverso la diminuzione del consumo della carne rossa;
Il consumo della carne rossa è sicuramente uno dei fattori che concorrono maggiormente all’inquinamento del pianeta e all’aumento di malattie legate all’alimentazione. La nostra non è assolutamente una demonizzazione di questo tipo di carne. Vuole invece fare da monito per un consumo responsabile ed equilibrato di questo alimento. Invitiamo pertanto ogni singolo blogger a pubblicare almeno una volta ogni due mesi sul proprio blog una ricetta vegetariana.

10. Promozione della cultura dei GAS.
I gruppi di acquisto solidali rappresentano la sintesi e l’applicazione concreta di molti dei principi fin qui enunciati. La promozione e la divulgazione del mondo dei GAS sarà uno degli obiettivi dei soggetti che firmeranno questa carta. 

Ergonomia in cucina:

mai come durante l'intervento di Chiara Francioli mi sono sentita orgogliosa della mia cucina!!
Chiara, Interior Designer, ci spiega quali siano gli errori più comuni durante la progettazione di una cucina (a cui poco possiamo fare) e ci suggerisce alcuni trucchi per far sembrare il nostro nido un luogo più ordinato e di certo più accessibile e fruibile.

1. I fuochi vicino al lavello;
Ogni cucina che si rispetti ha i fuochi vicino al lavello!!! Se vi va di lusso un 20 cm di distanza la casa produttrice ce li lascia. Che poi, personalmente parlando, lo spazio è quello che è!!!

2. I fuochi andrebbero a sinistra o destra del lavandino a seconda che si sia mancini o destrorsi;
I destrorsi infatti lavorano da sinistra verso destra e i mancini al contrario. Sarà quindi più semplice lavorare con un piano cottura posizionato nel giusto modo e che agevola i nostri movimenti.

3. La cucina ad angolo non funziona. Preferitene una lineare;
 Celo!!!!! Ho sostituito infatti la vecchia cucina ad angolo con una lineare!!! Perchè è decisamente più utilizzabile e se si lavora in due in cucina, nessuno impiccia nessuno (perchè dovrai aprire esattamente quel cassetto posto sotto il piano di lavoro del nosto aiuto chef... e poi toccherà a lui!!!). In una cucina lineare ognuno avrà il suo posto del mondo!

4. Tanto c'è il tavolo;
La cucina è sempre stata il luogo dove la famiglia si riunisce per cenare ma anche per condividere momenti insieme, anche durante la preparazione del pasto. Quindi si suppone che sul tavolo ci siano marito/figli a far le loro cose. Probabilmente la cipolla tritata o il sugo appena fatto possono essere too much. Avete un piano da lavoro, sfruttatelo e lasciate libero il tavolo.

5. Pensare orizzontale, ingegnarsi in verticale;
Parlo di tutte quelle cose piccoline che in una cucina impicciano e devi smantellare un anta tutta bella ordinata per trovarle. Quindi via libera alla creatività con mensole e librerie/ripiani portacd formato mignon (hai detto Ikea!?!) che di certo vi verranno in soccorso. E vi salveranno la vita.

6. Sbagliare la luce;
O è troppa, o troppo poca e la vostra cucina sembra un loculo. Quindi porte aperte a diversi punti luce (tavolo, piano da lavoro, soffitto, luoghi lontani) che serviranno per quando il caos è troppo e non avrete il tempo di sistemare (quindi basterà spegnere quel faretto tattico) e renderanno la vostra cucina un luogo davvero piacevole e suggestivo.

7. Il numero delle prese di corrente non è mai troppo;
Se vogliamo fare i fighi e avere tostapane, wafflebaker, KitchenAid e frullatore serviranno un numero di prese adeguate. Ricordiamolo all'elettricista che siamo delle foodblogger.

8. Non si risparmia sui dettagli;
La cucina è quel luogo da mostrare orgogliosi. Quindi non risparmiamo sul lavello o su pezzi che possono diventare di design..renderanno la vostra stanza decisamente più fashion.


9. Tanto poi li metto a posto;
E questo poi non arriva più e si lavora in un caos deforme. Le alternative sono: 
°imparate davvero a mettere in ordine e vedrete che lavorare in un ambiente ordinato vi semplifica la vita che neanche Mastro Lindo.
° vi organizzate in modo e maniera che almeno il vostro casino sembri un Art Attack. Fatto?!?!

10. Non investire solo nel servizio buono;
Abbiamo il servizio che usiamo a Natale che probabilmente fa a gara con quello della corte d'Inghilterra ma gli altri giorni sembra la mensa dei poveri.
La bellezza è un regalo che dovete farvi ogni giorno, anche nel servizio che si sbeccherà entro un mese. Non lesinate sui piatti da tutti i giorni ma spendete quel pochino in più per portare a tavola i vostri cibi con stile anche da lunedì a sabato.

10 clichè da sfatare sulla cucina asiatica:

E' la volta di Giovanna Hoang che ci racconta quali sono i luoghi comuni da sfatare sulla cucina asiatica. Eccone alcuni:
°ci sono piatti che non esistono nella cucina asiatica ma sono stati preparati appositamente per il palato europeo (si, parlo proprio del riso cantonese e degli involtini primavera);
°il Dim Sun è uno snack cotto al vapore, simile a delle tapas asiatiche, e quindi è composto da tutta una serie di antipastini;
°la cucina asiatica non è solo unta ma prevede un'infinità di varianti;
°il pesce non è solo crudo quando si parla di cucina giapponese. Il menù prevede infatti anche zuppe e altre preparazioni marinate, senza dimenticare la Kobe Beef;
°la salsa di soia è di diversi tipi;
°la cucina asiatica non ha solo il curry ma un'infinità di spezie da scoprire.
°esiste la pasta (ramen, noodle, soba);
°in Vietnam esiste (ed è amata) la Baguette, condita con tanta fantasia e inventiva;
°il pane non è nel dimenticatoio ma viene cotto al vapore e con ripieno di carne o fagioli;
Contest e givaway:
Vatinee Suvimol, foodblogger ma soprattutto avvocato, ci insegna come gestire i contest/givaway che sembrano una cosina tanto carina ma lo Stato ha deciso bene che fanno parte delle lotterie e dei giochi a premi quindi punibili a norma di legge. Perchè in teoria dovremmo annunciare la nostra decisione di aprire un contest, chiamare un notaio (e pagarlo) che certifichi la validità dell'estrazione, pagare le tasse sui premi et similia.
Come uscire quindi dalla gabola? Dando ai premi un valore par a 1 Euro o ritenerli pagamento per opere artistiche (perchè la creazione di una ricetta è un'opera artistica).

Questo è il primo step di non so bene quanti per raccontarvi le cose che ho imparato o scoperto durante il BlogFest di quest'anno. Le cose che ho scoperto venerdì:

1. Rimini è fighissima
2. Il BlogFest è meno caotico di quello che pensavo, ottimo punto di incontro tra idee e stimoli
3. Il Lambrusco è più infame del previsto e quando ti alzi te ne accorgi
4. La sveglia delle 8 è un trauma e mi fa capire che non sono in vacanza
5. Tra i mille sorrisi e le chiacchiere tra foodblogger, mi manca Martina e la bella esperienza che è il nostro vivere il food e tutto ciò che lo circonda. L'anno prossimo ti voglio con me! "







giovedì 19 settembre 2013

Metti un ragazzo a tavola

Andrea ha 12 anni e lo conosco da quando ne aveva 4.
E' il figlio di mio marito e, di conseguenza, un pochino anche mio.
Non è semplice, al giorno d'oggi, crescere un bambino, men che meno se non è geneticamente tuo. Ma il concetto di famiglia allargata è più attuale che mai.
E quindi pensi e ripensi a cosa puoi fare di buono per dare il tuo contributo a questa personcina. Perchè la tua posizione non è poi così spiacevole. Non sei la mamma e quindi i tuoi consigli sono visti più da amica che non come dictat morale che ha come risposta sempre un "uff che palle".

Ora è in quella fase in cui non è più un bambino ma non è ancora un adolescente.
Non è ne carne ne pesce ma è proprio questo il momento perfetto per renderlo un adulto migliore.
E' curioso, intelligente e ha dei bellissimi occhietti spigliati. Ha iniziato a cucinare da solo e la piadina è stato il suo primo esperimento gastronomico.
Oggi quindi ho pensato di preparare insieme un hamburger di quelli altissimi e genuini che, spero un giorno, possa personalizzare.
Certo, l'approccio alla polpettizzazione lo schifava un po' ma nell'assemblaggio del panino non lo batte nessuno.

Desidero che abbia un'idea genuina della cucina e che possa ricreare in modo sano gli standard adolescenziali tra panini e patatine. Perchè quando il fast food profuma di casa, la soddisfazione è innegabile.

Ecco quindi la nostra versione dell'Happy Meal.

Home Made Hamburger

INGREDIENTI PER 6 HAMBURGER:

300 gr di carne macinata scelta di bovino
300 gr di pasta di salame
6 foglie di insalata iceberg
ketchup
maionese
sale
pepe
6 fette di formaggio (tipo Galbanino nel nostro caso)
6 pagnotte per hamburger


Accendi il forno a 140 gradi.
Impasta con le mani la carne trita e la pasta di salame . Regola di sale e pepe se serve (la pasta di salame darà già un aroma deciso al tuo hamburger.
Crea delle palline uniformi e grandi come i panini e schiacchiali leggermente.
Metti le pagnotte in forno per circa 5 minuti e nel frattempo cuoci gli hamburger su una piastra calda o una padella antiaderente.
Assembla i panini: insalata, maionese, ketchup, carne e formaggio.
Ferma la torre con uno spiedino di legno.


PS: nella versione adulta della ricetta si possono aggiungere all'impasto senape, cipolla o tutto ciò che la vostra fantasia può immaginare.




martedì 17 settembre 2013

Week end social!

Il logo del BlogFest
Ormai ci siamo, è che ancora non ci credo. La decisione ha preso vita nella mia mente già da diversi mesi ma era come una nuvola passeggera..
forse si, forse no...
e poi al lavoro come faccio?! 
Va bhe, io intanto prenoto l'hotel, mal che vada lo disdico..
E invece settembre è arrivato e con lui il BlogFest a Rimini ( e non più a Riva del Garda).
Quindi venerdì parto per la capitale della piadina con squacquerone e fichi caramellati, emozionata come mio marito quando va a Gardaland (ditemi che anche i vostri compagni si rincitrulliscono all'idea..confortatemi vi prego!) e pronta a vivere gli incontri che mi sono segnata in agenda. Ovviamente gli appuntamenti sono talmente tanti che una cernita è obbligatoria, anche perchè quando si parla di food le sfumature sono mille e le professioni ancor di più.

Ecco quindi la mia agenda del week end al BlogFest:

Venerdi:
H. 15    Le intolleranze alimentari
H. 16    Dal Libro al Tablet
H.17    FoodCamp
H.19    Showcooking con Marco Bianchi

Sabato:
H. 10    Workshop: Mobile Food Photography
H.12    Internazionalizzazione della cucina Italiana
H.14    Professione: Foodblogger
H.15    L'editoria Food e il Web
H.17    Social Network e Food
H.19    Happy Hour con Chef Rubio (vi ricordo che ho il marito al seguito!)

Domenica:
H.10    Writecamp
H.14    Il cibo come gesto social(e)

Quindi, come nelle migliori partenze devo ricordarmi di portare il caricabatteria del telefono, macchina fotografica e tablet, la Moleskine rosa dedicata al blog e quella nera dedicata ai sogni che piano piano si stanno incanalando nella giusta direzione (ma sono solo in fase produttiva), devo controllare i ristoranti di Rimini, devo sperare ci sia il sole altrimenti la mia terrazza sul mare serve a ben poco e ci sono giusto giusto quelle due persone che non sarebbero felici se piovesse proprio questo fine settimana e...penso basta.

Ora vado avanti a sognare ancora un po', scrivo l'articolo per Honest Cooking (che questa settimana vi parlerà di un prodotto tipico marchigiano e non di una ricetta) e sento la mia amica Martina (ecco il link al suo bellissimo blog) nella speranza che stia un po' meglio dall'ultima volta che ci siamo scritte.
Tutti i miei pensieri belli oggi vanno a te.

 Ps: in vista dell'autunno ho dato al blog un'aria più casereccia che, devo ammettere, mi piace un sacco!! E a voi?




domenica 8 settembre 2013

Crostata con crema alla vaniglia e frutta fresca

Fa freschino stasera e questa è l'ora che preferisco in questi giorni. Il silenzio in casa regna sovrano. Sono sola con i gatti e mi godo quei momenti solitari tra una cena e l'altra con gli amici.
Nelle orecchie ho ancora la musica di Giuliano Palma, reduce dal concerto di ieri sera, che mi fa sognare quell'Italia fatta di musichette melodiche, gonne lunghe sotto il ginocchio, costumi interi e grossi cappelli di paglia.
E tra questi pensieri vintage che concludono la mia estate, aggiungo quello che è diventato il mio impasto preferito ultimamente: la crostata con crema alla vaniglia e, in questo caso, frutta fresca.
Mi piace un sacco nella sua disarmante semplicità ed è perfetta per ogni momento della giornata, dalla colazione al dopocena prima di dormire (dai, una piccola indulgenza!)
La versione classica della crostata è con la base di frolla ma è ottima anche con la pasta brisèe o la sfoglia. Gli impasti, inutile dirlo sono molteplici: dalla crema alla marmellata, dalla nutella alla ricotta.
I tre principali tipi di crostata sono: alsaziana, con il classico intreccio di pasta in superficie, renversée, con la frutta che appare in superficie solo dopo la cottura (la Tarte Tatin per farla semplice) e l'americanissima Pie, cotta in uno stampo dai bordi alti
Vi lascio quindi la ricetta, che potete modificare in ogni istante sia in forma, trasformandola in deliziose tartellette, che in gusto, aggiungendo la frutta che la stagione offre.

Ps: questa volta la foto la trovate sul profilo instagram del blog :D

INGREDIENTI PER UNA TORTA

Per la frolla:
150 gr di farina 00
100 gr di farina di mandorle
1 uovo
100 gr di burro freddo di frigorifero
80 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito
la scorza di un limone grattugiato

Per la crema:
1 bacello di vaniglia
250 ml di latte
4 tuorli 
25 gr di farina 
75 gr di zucchero


Inizia accendendo il forno a 180 gradi e coprendo la base di una tortiera a cerchio apribile con della carta forno. Imburra e infarina i bordi. 
In una ciotola unisci le farine setacciate, lo zucchero, il lievito e la scorza. Aggiungi i pezzetti di burro e, aiutandoti con due coltelli usati come se fossero una forbice, riduci il tutto ad un composto sbricioloso. Aggiungi l'uovo e impasta fino ad ottenere una palla omogenea.
Ora,
OPZIONE 1: metodo classico da crostata. Metti in frigo la frolla per una mezz'oretta e poi stendila con il mattarello su un piano infarinato.
OPZIONE 2: salvatempo. Stendi il composto appena hai terminato di impastarlo, ovviamente con le mani un pochino infarinate. Sembrerà di giocare con il Pongo senza l'inceppo di quell'odore fastidioso e le tue mani ne gioveranno :) Premurati di avere lo stesso livello su tutta la tortiera e poi crea il cornicione.
Sia che tu abbia optato per la versione 1 o 2, ora stendi un foglio di carta forno sulla crostata e riempi la superficie di riso o ceci o pesi dedicati alla cottura cieca.
Inforna per 20 minuti.
Nel frattempo prepara la crema. Metti in un pentolino il latte con i semi estratti dal bacello di vaniglia (apri con un coltello il bacello il due e poi con la parte non affilata sfrega fino a estrarre i semini) e fallo intiepidire.
In un contenitore dai bordi alti frusta insieme farina, zucchero e rossi d'uovo fino ad avere una consistenza spumosa. Allunga con il latte intiepidito e riporta tutto sul fuoco. Segui molto bene questo passaggio e mescola sempre con la frusta. La crema si addenserà senza creare grumi.
 Togli dal fuoco e fai raffreddare coprendo la crema con la pellicola trasparente (eviterà il formarsi di quella fastidiosa pellicina.)
Estrai la crostata dal forno a cottura ultimata, togli i pesini e falla raffreddare bene prima di aprire la cerniera della tortiera.
Quando tutti gli elementi sono a temperatura ambiente farcisci la base della crostata con la crema alla vaniglia e aggiungi la frutta fresca.
Spolvera con zucchero a velo e servi.


lunedì 2 settembre 2013

La mia nuova avventura.

Ho sempre amato settembre. Per me è questo il vero inizio d'anno. Ancora soleggiato ma già più fresco e vivibile. Ancora estate ma con un occhio al soffice autunno. E' il mese dell'operosità e dei buoni propositi. Altro che il primo gennaio!!
E quest'anno, settembre mi regala nuove emozioni e progetti da realizzare. Per ora piccoli. Spero importanti.
Sono appena tornata dalla mia settimana di vacanza. Sono stata nelle Marche dai miei zii, in costiera amalfitana, a casa di mio marito e poi in Maremma, da un amico prezioso e dalla sua famiglia sempre accogliente come fosse la mia. 
Sono tornata carica, dopo giornate di cibo genuino, mare, posti nuovi da vedere e vecchi da riscoprire ma che regalano sempre la stessa magica emozione. Ho rivisto i miei zii, che sono le mie radici più profonde e quei luoghi che ritrovo sempre dentro di me.
Quello che queste vacanze mi hanno lasciato ha però qualcosa di speciale. Soprattutto i giorni marchigiani mi hanno fatto prendere coscienza di quello che la nebbia lombarda (o la distanza che dir si voglia) tenta sempre di attenuare.
Parto da Pavia e attraverso tutta la pianura padana, sempre impaziente e ansiosa. Vedo le lunghe distese di campi iniziare a crescere e la pianura diventare collina. Passo in Emilia Romagna e la mia mente ricorda la Bologna che tanto amo, le piadine estive e la riviera romagnola. Sorrido felice per la gioia che la romagna porta con se'.
Poi arriva il momento tanto atteso. L'Emilia-Romagna finisce e le Marche iniziano. 
Sono a casa e ad accogliermi sono le colline, morbide come i fianchi di una donna. 
Verdi di prati.
Gialli di girasoli.
Color terra battuta dopo l'aratura.
E poi il castello di San Leo. E Loreto. E il Conero.
Eccomi, esattamente dove voglio essere.
Dove la semplicità regna sovrana. Dove il cibo é genuino e senza orpelli. Dove il mare incontra i monti e regala sapori ed emozioni uniche. Dove esistono ancora le littorine e le donne fanno la pasta in casa.
Dove ci sono ristoranti stellati, ma dove la gente vive serena anche senza MasterChef.
Ecco che mi sono presa un posticino per raccontarvi di questi luoghi, dei suoi prodotti, delle sue tradizioni e della sua gastronomia.
Certo, lo farò dalla Lombardia, ma con il sogno di poter sempre prendere un treno per Civitanova Marche.
Inizia così la mia avventura su Honest Cooking, la rivista online per foodies, fresca come le giornate di fine estate che stiamo vivendo. Vi parlerò delle mie Marche, attraverso il vino, il cibo e la cultura di questa terra meravigliosa.
Spero che a suon di Vincisgrassi e Ciauscolo, io possa farvi scoprire questo piccolo angolo di paradiso e, magari, renderlo meta della vostra prossima vacanza.

Le morbide colline nella zona di Ascoli Piceno